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"E' una questione di anni. E la crisi verrà, e sarà tremenda. Non sarò
in grado di fargli fronte, come il vitello ai suoi castratori". Samuel
Beckett
Un re, un buffone, due metà di uno stesso corpo; un uomo che gioca a metà
col suo buffone. Mezzo corpo resiste, l'altro mezzo insiste. Specchiarsi
e ritrovarsi deformati: qui è cominciata la crisi: Prima di tutto
nostra, nell'affrontare la nostra metà deformata, crudele, malata.
La ricerca di una cifra vera e, al tempo stesso per l'occhio dello
spettatore, simbolica, diventa un sofferto annaspare. Il testo di
De Ghelderode si trasforma in pre-testo: un corpo che agonizza. La
deformazione della psiche e del corpo, diventa l'immagine scheletrica
e masturbatoria di Egon Schiele. Così, in una trama da tragedia in
cui i due personaggi "giocano" con le loro metà in attesa
che "questa solenne agonia finisca", ci siamo ritrovati
a scoprire le nostre ferite interiori; con crudeltà rompiamo il quotidiano
e colpiamo la nostra nudità. Nell'attesa
che la morte finisca il corpo esausto di una regina che non vediamo,
Folial il buffone e il suo Re evocano una macabra farsa che permette
alla verità di venire a galla. Una farsa di violenza e morte, un esorcismo,
forse, a richiamare la vita.
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Venerdi
23 giugno
ore 22.00 Rocca Vescovile
AURA TEATRO
CASSANDRA
con Agata Arancio
regia e scrittura scenica Enzo Alaimo
Cassandra è uno spettacolo sulla guerra. Lei, la veggente
è una figura guida, un
pretesto per avere una voce, una testimone...Abbiamo cercato Cassandra
anche in altri luoghi del vivere, l'abbiamo cercata nel suo passato,
nei suoi ricordì, nella vita normale. La vita "normale"
non esiste più, finita per sempre, sotto la prima bomba, la prima
lancia, il primo fuoco. "E' così triste questo paese. Il luogo
dove ho vissuto una volta era molto meno triste. La sera all'imbrunire,
filavo seduta davanti al davanzale della mia finestra. Era una finestra
che dava sul mare, e a volte c'era un'isola in lontananza... Spesso
non filavo, guardavo il mare e dimenticavo di esistere. Non so se
ero felice, mai più tornerò ad essere ciò che forse non sono mai stata".
Cassandra è una sopravvissuta che sa. Sa che ci sarà un'altra guerra
presto, subito, allora urla quello che ha visto, ciò che vedrà. Sabbia
e giunchi, ecco cosa è rimasto, e lei si aggira impotente, forte della
sua voce e degli occhi. Cassandra è sola, sola in scena come nella
lettura della inevitabile bestialità dell'uomo.
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sabato
24 giugno |
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h. 21.30 Cortile
del Lapidario
PASSANDO DA PESSOA
uno spiraglio umano
di e con Eugenio
Ravo
poeti dialogano a distanza di luoghi e di tempi.
E' la poesia che mi porta all'ascolto delle innumerevoli voci, sotto
forme di incognite diverse. Similitudini e luoghi ignoti trovano spesso
radici comuni. L'uomo è presente in tutte le culture, come la sua
memoria. La diversa collocazione geografica fa di noi, esseri sottomessi
l'uno all'altro. E scopro che la domanda di ognuno è sempre la stessa,
ma di colore differente. Attraverso Pessoa, 'O mar, 'O vient, rivedo
origini all'orizzonte: nostalgia, tristezza, melanconia e allegria
miste alla gioia di vivere e con gli ideali che non si spengono mai.
La cultura portoghese e napoletana si incontrano in questa creazione
teatrale, dove la poesia supera il superfluo. "Il mare, la lontananza,
l'infinito da raggiungere, il ritorno di chi si mise in viaggio: l'attesa!"
La speranza di colui che andrà a regnare domani sarà migliore di quello
di prima. Non è un'interpretazione di Pessoa nè di altri personaggi.
E' l'uomo che si inonda e si lascia alla poesia navigare dove nessuna
risposta è possibile se non quella dell'amore. Uno spiraglio si apre.
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ore 21.30 Rocca Vescovile
ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI
BECKETT C'E' MA NON SI VEDE
DATI: 1) IL
BIANCO; 2) IL SILENZIO;
3) 2
regia Fabrizio
Arcuri
"FLUSSO FA SI' CHE OGNI COSA PUR ESSENDO OGNI COSA DUNQUE
QUELLA PROPRIO QUELLA PUR ESSENDO NON E', PARLIAMONE".
(MIRLITONNADES. Samuel
Beckett 1976 - 1978)
Beckett c'è ma non si vede è il sottotitolo del nostro
progetto a tappe, una trilogia nei voti, il cui primo passo si è
esplicitato con la realizzazione dello spettacolo e del video "UN
PEZZO D'OCCASIONE". Il lavoro qui presentato "DATI: 1)
IL BIANCO; 2) IL SILENZIO; 3) 2", ne esprime lo sviluppo e quindi un'ulteriore tappa. Pur
essendo spettacoli autonomi e compiuti, sono tra loro collegati
non solo dall'evidenziata presenza di un unico autore cui sono ispirati,
ma anche da una riflessione sugli elementi contenuti quali lo spazio,
testo, personaggio, e sulle loro strutture e funzioni all'interno
dei frutti compositivi che un autore come Samuel Beckett ha saputo
maturare; riflessioni che non abbiamo potuto/voluto evitare.
IL CAMMINO DELLO SPAZIO (IL BIANCO). IL SILENZIO DEL
TESTO. LA PERDITA DEL PERSONAGGIO (
2).
Il profilo in legno di un parallelepipedo, spazio vitale
ridotto a scatola di costruzione in cui si muove il "personaggio",
unico abitante di questo microcosmo, è stato il trampolino doveroso,
non un approdo ma un tema da svolgere, da vivisezionare. Ed infatti
un bisturi affilato seziona appunto scatola e suo abitante, rivelandone
la composaizione multiforme, quest'unità compatta questa cellula
primeva non è che un insieme di cellule a loro volta parcellizzabili
in una rarefazione che tende al nulla
senza mai raggiungerlo. La costrizione spaziale è la
membrana di ricopertura, illusione necessaria per tenere gli aggregati
citoplasmatici. Tale perimetro diviene scenograficamente una riflessione
di luminosità, una luce accecante che non deborda, non si espande
ma è costantemente riflessa verso l'interno da un muro in lamiera
che vuole il perimetro insondabile quasi il centro, a meno che la
meditazione prospettica non si faccia astratta, quasi filosofica,
rivelando dimensioni conocentriche, spiraliformi, il cui passaggio
da una all'altra è limitato da questa illusione accecante di zona
invalicabile, ogni mondo ha il suo centro irraggiungibile e i suoi
confini insondabili. Cosmo
contenente cosmo, in una possibilità di ampliamento pressocchè infinita
nel movimento centrifugo e in una essenzialità tendente al nulla
nell'approfondimento centripeto. E' in un settore qualsiasi di questi
mondi che sono contenuti spettatori, personaggio e i suoi pseudo-sè.
MA LA PARETE SFONDATA NON LASCIA SCORGERE ALCUN PASSAGGIO,
FORSE SOLO UN'ALTRA PARETE E POI UN'ALTRA ANCORA O MAGARI SEMPRE LA STESSA PERCORSA E RIPERCORSA DAL DI FUORI
MA CON LO SGUARDO FATALMENTE RIVOLTO AL DENTRO.....
(La voce e il fenomeno. Derrida)
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ore 23.30 Cortile del Lapidario
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ore
23.30 Rocca Vescovile
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sabato
24 - domenica 25 giugno
- La MACCHINA come artificio per guardare con ogni tipo di occhi.
- La MACCHINA che acceca ogni occhio che crede di vedere qualcosa.
- La MACCHINA che non può partorire altro che un "quadro malato".
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